per una Campobasso più verde, e a misura d'uomo

per una Campobasso più verde, e a misura d'uomo.



"Le montagne intorno fino all'eccelsa Majella ordinavansi in file; e le loro cime, toccantisi in apparenza
e per dubbie liste distinte appena, la immensità de' bacini accennavano del Biferno del Trigno e del Sangro, ne' quali tante altre minori valli convengono. Numerose borgate, quale in iscorcio e quale in prospetto, ad animar questa scena, coronavano Campobasso, se non che tolti dalla neve gli oscuri così dei boschi come de' tetti..."



"La Pace" - Michelangelo Ziccardi, sec. XIX

giovedì 19 maggio 2011

Villa De Capoa: il simbolo dell'abbandono

La Villa De Capoa è nel cuore di tutti i campobassani, di quelli che da ragazzi hanno trascorso i loro pomeriggi ludici, sino alle coppiette che lì si scambiavano le prime effusioni. Eppure giace in uno stato di abbandono riprovevole. Già la limitazione dell'orario di ingresso (chiuso nelle ore di pranzo) disincentiva la frequentazione, ma quello che lascia più attoniti è la scarsa manutenzione del verde e delle strutture di arredo. Eppure, l'intero complesso trasuda storia e meriterebbe ben altro trattamento da parte del Comune. Di sicuro, la Contessa Marianna De Capoa, se potesse, si rimangerebbe quell'atto di donazione fatto un secolo addietro...Ma la colpa è anche di noi cittadini campobassani, che sembriamo aver dimenticato quest'angolo di paradiso nel cuore della città.


17 commenti:

occhio sulle espressioni ha detto...

Ciao, sto seguendo il blog da qualche giorno; una voce utile, direi necessaria.
Sulla villa sono d'accordissimo, ho davvero ricordi di ogni genere legati ad essa, in primis dei tipi da te elencati. Convengo anche sul fatto che sia stata dimenticata dai cittadini, sembra che si debba aver timor ad andarci! Ho sempre pensato di eleggerla a luogo personale di lettura, ma sono proprio quei fattori a farmi desistere: orari, stato di abbandono e, non ultima, mancanza di cultura della cosa, infatti penso che un posto utile a cose del genere manchi proprio...

LK ha detto...

Ti ringrazio per l'attenzione. E' vero, la Villa, così com'è, non invita ad entraci, anzi a volte sembra quasi avulsa dal contesto cittadino. Nessuno ha mai pensato a renderla più accattivante, per esempio facendone un luogo di lettura, come suggerisci tu. E' proprio la mancanza di idee, che mi rattrista, nella nostra città. Tutto avviene come da secoli, mai un'iniziativa nuova verso la cultura in genere, partendo da piccole cose, senza dover organizzare mega-festival supercostosi. Anzi, lancio un'idea che potremmo proporre insieme: Villa De Capoa luogo di lettura per eccellenza. Giro l'idea di una giornata di lettura anche ad altri amici.

Anonimo ha detto...

....hai perfettamente ragione i campobassani si sono dimenticati del bellissimo parco che la mia antenata dono'alla citta'e che non a mio modesto parere non merita affatto.Non solo si sono dimenticati della villa ma anche della mia famiglia che ha dato tanto alla citta' di Campobasso.
Luigi de Capoa

LK ha detto...

Caro Luigi, purtroppo nessuno è profeta in patria, e spesso non sappiamo apprezzare le cose che abbiamo sotto il naso. Identica sorte è toccata alla famiglia Pistilli-Sipio, che ha sacrificato le vite di tre figli nelle guerre mondiali, e che oggi non vede nemmeno una strada intitolata alla loro memoria. Sarebbe bello, comunque, promuovere un'iniziativa per ricordare il nobile gesto della tua antenata: se ti fa piacere, io ed alcuni miei amici siamo a disposizione.

Anonimo ha detto...

Sono molto sorpreso ed anche felice di sapere che c’è ancora qualche discendente della “mitica” contessa Marianna.
Mitica perché da sempre accompagna l’immaginario di ogni campobassano. Io frequentai le scuole a via Mazzini (plesso San Leonardo) nell’istituto da lei donato. Ho sempre amato la Villa in cui mi raccontavano ci fossero anche degli animali (un mini zoo) ed io ricordo… forse un’acquila?
Ho scoperto, grazie al libro di Dante Gentile Lorusso, che la Contessa era una poliedrica artista.
Ho avuto modo di scrivere qualcosa sulla villa e sul su abbandono. Spero di inserire al più presto quelle pagine nel mio blog.
Andando oltre…..E’ vero la famiglia Pistilli ha anche subito il fastidio di una causa giudiziaria perché l’ultimo discendente “si è permesso” di apporre una targa commemorativa sulla sua abitazione in corso Vittorio Emanuele….. ed anche questa grottesca vicenda è tra le idee in attesa di essere ospitate nel su citato blog.
LK sa che, compatibilmente con la prole, queste battaglie mi trovano pronto e disponibile.
Tra l’altro c’è sempre quell’ideuzza, che ora acquisirebbe ancor più mordente.
Non trovi LK?
Paolo Campobassensis

Anonimo ha detto...

Caro LK,
ho iniziato a pubblicare sul mio blog qualcosa su Villa de Capoa.
Allego il link http://paologiordanocb.blogspot.com/2011/07/la-generosita-di-marianna-de-capoa-la.html
spero che Luigi de Capoa legga e possa/voglia apprezzare il mio "contributo". Spero anche che, nell'eventualita di concretizzare qualcosa noi due, si possa coinvolgere anche lui in iniziative legate alla villa stessa.
Paolo

Anonimo ha detto...

vorrei ribadire che nè la villa nè l'istituto de capoa sono stati donati dalla contessa marianna de capoa alla città di campobasso.E precisamente la villa fu espropriata dal comune all'istituto che ne aveva ricevuto il lascito, e l'istituto di via mazzini non è di proprietà del comune tanto è vero che vi è in essere una causa in appello intanto è stato aggiudicato in prima sentenza alla famiglia salottolo in quanto premorta la contessa la madre. raffaella salottolo aveva ereditato e fatto erigere in ente morale l'istituto.
attualmente la controversia è ancora in atto da parte del comune che ha fatto appello contro la sentenza. Per l'esproprio basta documentarsi presso l'archivio di stato di campobasso.

Anonimo ha detto...

la contessa non ha donato nè la villa nè l'orfanotrofio al comune. la villa fu espropriata dal comune. l'orfanotrofio è stato aggiudicato alla famiglia salottolo riconosciuta in sentenza unica famiglia erede della contessa,tanto è vero che il comune si è costituito in appello avverso alla sentenza. per l'esproprio della villa basta visionare la documentazione presente all'archivio di stato di campobasso.

Anonimo ha detto...

la villa non è stata mai donata dalla contessa nè l'orfanotrofio. la villa fu espropriata dal comune e l'orfanotrofio è stato aggiudicato alla famiglia salottolo unica erede della contessa marianna tanto è vero che il comune ha fatto appello a questa prima sentenza.

Paolo G. ha detto...

Penso che io ed "anonimo" già ci si sia incontrati..... effettivamente merita indagare. E non perchè non si crede a quanto dichiarato, ma per avere in mano dati, date, nomi e fatti! Anche se, stando così le cose, cambierebbe l'idea che la città ha di Marianna de Capoa. Certo il Comune non sta certo gestendo al meglio quel parco rendendosene indegno!!!

Anonimo ha detto...

Nel testamento della contessa marianna de capoa viene espressamente detto che se l'orfanotrofio non svolgeva più le finalità per cui era stato eretto sarebbe tornato ai suoi eredi leggittimi.Morendo la contessa ed i suoi discendenti l'esecutrice testamentaria era la madre ancora in vita e grazie a lei (raffaella salottolo) l'orfanotrofio ebbe l'erezione in ente morale. Il comune e la provincia facevano parte come componenti del consiglio di amministrazione e avevano altri fini rispetto alle volontà testamentarie. Vi erano all'interno quadri di grandissimo valore, un pavimento di maioliche fatte a mano stile chiostro di santa chiara di napoli,(primo 800 napoletano) vasi di valore non calcolabile grandissimi ritratti della famiglia, compreso il cane che è seppellito nella omonima villa tutti beni catalogati dalla sovrintendenza che non si sa più che fine hanno fatto. Per quanto riguarda la villa nel 1929 l'ente era in difficoltà e il consiglio di amministrazione di quell'epoca si dimise e la prefettura nominò un commissario, che guarda caso era un impiegato comunale. Il commissario pensò di approfittare del momento e dichiarando che la villa potesse essere di interesse pubblico, la fece espropriare per un importo di L.150.000, somma mai versata all'orfanotrofio, che comunque piano piano si riprese con le sue forze.Attualmente è il comune di campobasso che ha spinto anche l'orfanotrofio sul baratro, evidentemente per poterlo adoperare per altri fini che tutt'ora non sono chiari.

Anonimo ha detto...

Nel 1929 l'orfanotrofio si trovò in difficoltà ed il commissario prefettizio nominò un dipendente del comune che approfittando della situazione pensò che la villa potesse diventare un bene pubblico e la espropriò per la somma di L.150.000 mai versate all'orfanotrofio. attualmente il comune di campobasso ha creato un dissesto finanziario con lo scolpo di impadronirsi della struttura per altri fini non contemplati nel testamento e quindi gli eredi sono intervenuti per salvaguardare il bene dei loro avi.
l'orfanotrofio aveva bellissimi e grandissimi quadri dei componenti la famiglia bellissimi vasi di valore non calcolabile, fra cui un ritratto del cane della contessa sepolto poi nella villa, un pavimento stile ottocento napoletano realizzato a mano come il chiostro di santa chiara a napoli, mobili di grande pregio tutto catalogato dalla sovrintendenza però tutto scomparso e non si sa dove il tutto è finito,la sovrintendenza fa finta di non saperne niente.

Anonimo ha detto...

Nel 1929 l'orfanotrofio si trovò in difficoltà e il prefetto nominò un commissario che guarda caso era un impiegato comunale che espropriò la villa per la somma di L.150.000 che non fu neanche pagata all'ente. Attualmente il comune di campobasso ha mandato nel baratro l'orfanotrofio pensando di potersene appropriare per svolgere altri fini non previsti dal testamento. A questo punto gli eredi Salottolo sono intervenuti tanto è vero che il comune si è dovuto appellare contro la sentenza che prescriveva che l'orfanotrofio doveva tornare agli eredi per la malagestione del comune che voleva svolgere atri fini. All'interno dell'orfanotrofio vi erano molti quadri di grandezza naturale dei componenti della famiglia vasi di valore inestimabile ed un quadro con il cane della contessa sepolto nella villa un pavimento primo ottocento napoletano come il chiostro di santa chiara a napoli tutto inventariato dalla sovrintendenza ma tutto sparito e nessuno sa niente.

Anonimo ha detto...

al signor paolo prego di leggere sul suo blog come sono andate avanti le cose sulla villa e l'orfanotrofio

Anonimo ha detto...

al signor paolo g. prego di leggere nel suo blog le notizie più specifiche sul de capoa

Anonimo ha detto...

al signor paolo g prego vedere suo blog per sapere date e precisazioni

Anonimo ha detto...

prego signor paolo g di vedere nel suo blog le precisazioni sulla villa e l'orfanotrofio